pacemondoNon sono mai stato un grande frequentatore di chiese e di messe. Lo ammetto. Ma fin da bambino mi hanno insegnato a rispettare la parola di Cristo e la celebrazione della Santa Messa. Di quest’ultima, ci sono tre momenti che vivo con una certa intensità: la benedizione dell’Eucarestia, il Padre Nostro e lo scambio del Segno di Pace. Ieri, durante la celebrazione della Santa Messa del Patrono di Capurso San Giuseppe, come sempre, ho stretto la mano in Segno di Pace a tutti quelli che mi erano vicini, seduti al mio banco, a quello avanti, a quello dietro, ma l’avrei voluto fare con tutti i presenti. Quella stretta di mano per me significa tante cose. Significa, piacere di condividere il momento, significa, mettere da parte tutto quello che è accaduto fino a quel momento, significa, ripartire, amici più che mai, in pace. Usciti dalla chiesa, non volendo, sento una delle persone a cui ho stretto la mano, fare battutacce del tipo “ho bisogno di purificarmi, mi hanno stretto la mano” o cosacce del genere e, la stessa persona, se la ridacchiava quasi fiera con altre evidentemente della stessa “irrispettosa” estrazione. Sì, è vero, è una questione di cultura. Vergogna!