cultura

Hanno ormai quasi 5 anni le dichiarazioni programmatiche del Sindaco Crudele. Ed è proprio da quelle dichiarazioni che ho dato inizio al mio intervento, nel corso del Consiglio Comunale più importante dell’anno: l’approvazione del Bilancio Preventivo. Si. Il bilancio di previsione il 29 settembre. É strano ma in Italia funziona così. Prevedi di spendere un paio di milioni di euro quando per 9/12 sono già stati spesi. Non c’è da scandalizzarsi.
Il Sindaco, per quello che riguarda il mio assessorato, si proponeva di affidare il settore cultura ad un assessore, restituendogli piena dignità dopo un decennio di assenza. Devo ammettere, e per questo lo ringrazio, che ha avuto fegato nell’affidare a me tale compito. Lui mi conosce molto bene e sa benissimo che non sono una persona facile da trattare. Presiedere l’assessorato alle politiche culturali, richiede capacità di confronto e di mediazione, che io nel 2010 non avevo, ma che nel corso di questo mandato politico, ho assunto con decine di flebo di pazienza.
In realtà, di quelli che erano i suoi buoni propositi, non siamo riusciti a portarne in porto, solo e soltanto uno: l’istituzione della Consulta delle associazioni. In cambio, però, abbiamo regolamentato e istituito la Consulta dello Sport, fortemente voluta dalle associazioni locali. A breve, porteremo in Consiglio Comunale il regolamento per l’istituzione dell’albo delle associazioni culturali e della Consulta della Cultura. A questo punto potremmo dire “missione compiuta”. Ma non è così.
In realtà abbiamo fatto molto di più di quello che il Sindaco si proponeva:
in primis il miracolo della destagionalizzazione dell’offerta. Capurso fino al 2010 viveva di 5 eventi estivi, 1 autunnale e 1 invernale (il carnevale, o meglio le sue ceneri). Oggi Capurso vanta una cartellone culturale pluristagionale con centinaia di iniziative che fanno invidia anche alla nostra vicina Metropoli;
altro importante risultato, andato oltre ogni sua più rosea aspettativa, riguarda la centralizzazione della biblioteca D’Addosio. Era un gioiello sconosciuto a molti. Oggi è il luogo simbolo dell’effervescenza capursese. Utilizzato da decine di associazioni e da centianaia di cittadini capursesi. Un luogo di ritrovo dai 3 ai 90 anni;
per chiudere, e lui non l’ha scritto probabilmente perchè non credeva potesse realizzarsi, la partecipazione alla vita del paese di centinaia di teenagers. Oggi i giovani partecipano e soprattutto, sono protagonisti indiscussi della vita culturale capursese. I giovani la sera escono a Capurso senza aver bisogno (come me e i miei coetanei fino a qualche anno fa) di scappare dal paese del nulla totale. Restano qui perchè in questi anni, lavorando tanto, siamo riusciti a costruire una vita sociale a misura delle giovani generazioni. E questa è una grande vittoria. Si può ancora migliorare, ma il primo passo è fatto.
Tutto questo porta a quello che l’assessore Abbinante, tra le centinaia di righe della sua relazione, descrive come “sistema culturale, volano di sviluppo del tessuto produttivo del nostro territorio, atto a migliorare la qualità della vita dei capursesi“.
Devo ammettere che sono le parole più belle che un assessore alla prima esperienza politica (come me) possa sperare di potersi sentir dire da un veterano della politica locale (come lui).
Rocco Abbinante merita un grande ringraziamento da parte di questa comunità. Il cambiamento passa dalle sue mani, o meglio ancora dai suoi conti. Onore a lui!
Ma passiamo ai numeri: 222 sono le iniziative organizzate e patrocinate dal Comune di Capurso in questi primi 271 giorni del 2014. Quarantanove per il cartellone invernale (gennaio/marzo), quarantotto per quello primaverile (aprile/giugno) e centoventicinque per quello estivo (luglio/settembre).
Circa 56.000 € spesi con un costo medio di 252 € per iniziativa.
I numeri cambiano se parliamo di appuntamenti serali. In 271 giorni, gli appuntamenti sono stati ben 347. Ogni giorno, i capursesi avrebbero potuto partecipare a 1.28 appuntamenti che mediamente sono costati alla comunità 161.38 €.
A questo punto mi chiedo: come fa certa gente a far circolare nel cervello piccolopiccolo che si ritrova, l’idea infame che l’assessore alla cultura gira contributi alle associazioni per poi avere un ritorno economico personale? Ma questa gente si rende conto dei sacrifici che le associazioni fanno per garantire un cartellone di qualità come quello capursese? Si rende conto di quanto possa costare organizzare una iniziativa culturale? Se un appuntamento mediamente costa 161.38 € cosa le associazioni dovrebbero girare all’assessore i 38 Centesimi? Una sola risposta per tutti. L’assessore alla cultura del Comune di Capurso è una brava persona e certe cose non solo non le fa, ma non ci pensa minimamente a farle. Piuttosto, dall’alto dell’esperienza politica di altissimo livello fatta negli ultimi anni certa gente dovrebbe controllare costantemente la serratura dei propri armadi. Potrebbero aprirsi, e gli scheletri scalpitano, vogliono uscire. Si presti attenzione.
Ma andiamo avanti.
Conviene investire in Cultura? E perchè?
Grazie alle attività culturali e ai 56.000 € spesi, il Comune ha contribuito a garantire circa 30 posti di lavoro in maniera continuativa, tra tipografi, venditori di inchiostro di colore verde, giallo, rosa e blu (grazie ai nostri tanto contestati manifesti a colori), tecnici audio e luci, addetti alla manovalanza, addetti all’ospitalità, vigili stagionali; oltre a questi decine di professionisti della cultura: attori, musicisti, scrittori. Per non parlare poi del ritorno economico che ogni appuntamento porta inevitabilmente a far ricadere sul territorio: pizzerie, ristoranti, salumerie, bar e tante altre attività commerciali.
E allora, penso proprio che l’investimento in cultura sia stato buono e giusto e che la cultura rappresenti la strada da percorrere, sia sotto il punto di vista economico che sociale. Cultura è aggregazione, è vita, è economia, è lavoro!